Model Time 2016-04 (237).pdf

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IL MODELLISMO IN SCALA MONDIALE
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Spain
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237
MENSILE
Aprile 2016
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17
Fiera primaverile del Modellismo
a
9
-
10 APRILE 2016
Orario: sabato e domenica 9,30
-
19,00
Parco Esposizioni Novegro
Milano
/
Linate Aeroporto
tel. 02 70 20 00 22
-
fax 02 75 61 050
hobbymodelse@parcoesposizioninovegro.it
-
www.parcoesposizioninovegro.it
Mensile di tecnica modellistica
n°237 - Aprile 2016
6
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34
42
52
Caproni Ca.3 no. 2378
1/32
di Giuseppe De Carolis e Raffaele Nalin
Renault FT, Francia 1918
1/35
di Volker Bembennek
Regio cacciatorpediniere Audace (AU)
1/350
di Marcello d’Andrea
Long Range Desert Group
seconda parte 1/72
di Andrea Vignocchi
di Philippe Roger
di Stefano De Rensis
Sukhoi Su-2 M-88B (Late)
1/48
Dirty Garage
1/24
RUBRICHE
50
60
66
Agenda
Novità
The Penguin's Corner
AVVENIMENTI
23
Verona
MODEL TIME
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Grafica
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Marcello d’Andrea, Giuseppe De Carolis,
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Marcello Marchetti, Raffaele Nalin, Philippe Roger,
Andrea Vignocchi
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ento e un anni fa, il 24 maggio 1915, L’Italia entrava in guerra,
la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra che sconvolse i
primi anni del ventesimo secolo. Quasi 1.300 giorni dopo, per
dirla con l’editto del generale Diaz, “i resti di quello che fu uno dei più
potenti eserciti d’Europa, risalirono in disordine e senza speranza le
valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Nei Paesi anglo-
sassoni la ricorrenza della fine della prima Guerra Mondiale
(l’11esima ora dell’11esimo giorno dell’11esimo mese) viene ricordata
ogni anno con cerimonie in ogni luogo pubblico e ogni britannico che si
rispetti, dalla regina all’ultimo dei suoi sudditi, si fa vanto di esibire il
“poppy”, l’emblema del fiore di papavero, il fiore del ricordo. Nella
nostra disattenta e ipocrita penisola, passata l’enfasi celebrativa della
ricorrenza dell’entrata in guerra (qualcuno in televisione, sciagurata-
mente, parlò all’epoca addirittura di cerimonie per “festeggiare” quel-
la ricorrenza), chi si ricorda più di quell’evento? Non c’è più nessuno
da sfruttare politicamente e probabilmente non è più “à la page” ricor-
dare che per difendere il tricolore sono morti quasi 700.000 ragazzi,
provenienti da ogni parte d’Italia. Eppure è un avvenimento basilare
nella Storia dell’intera Europa: è stata la prima guerra moderna per
definizione, la prima a vedere l’uso massiccio dell’aviazione, dei gas
asfissianti, delle mitragliatrici, lo scontro fra la disponibilità crescente
di armi sempre più moderne (come i neonati tank) con un modo di uti-
lizzarle spesso legato a tattiche che erano retaggio del secolo prece-
dente. È stata anche la prima guerra di posizione e di logoramento, con
milioni di uomini costretti per mesi e mesi a vivere rintanati come topi
nelle trincee o nelle gallerie. E quegli anni videro anche il primo mas-
siccio ricorso alla propaganda per convincere le nazioni (il fronte
interno) della bontà dello sforzo che si stava affrontando e per chie-
dere uomini e mezzi da inviare nei vari carnai della Marna, della
Somme, di Verdun, dell’Isonzo, di Caporetto ecc. ecc. Fu una guerra che
ebbe un costo immane in perdite umane. Quasi 7.000.000 furono i morti
(quasi altrettanto i dispersi e i prigionieri) fra tutte le nazioni parte-
cipanti al conflitto: la sola Italia ebbe oltre 2.200.000 perdite fra morti,
feriti e dispersi o prigionieri su 5.600.000 uomini chiamati alle armi.
Per la nostra nazione la guerra significò fame e distruzione, ma anche
la sospirata riunificazione alla madrepatria di zone del Trentino e del
Friuli ancora sotto la dominazione austriaca, in pratica il completa-
mento delle guerre di Indipendenza iniziate nel secolo precedente. A
nostro parere uno Stato degno di questo nome non dovrebbe far cade-
re nell’oblio quegli eventi. E invece…
Marcello Marchetti
C
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